Bulimia nervosa: definizione
La parola sembra derivare dal
greco bous=bue e limos=fame, ma questa definizione tiene
conto solo dell’aspetto di smodata fagocitazione di cibo e
non della condotta di eliminazione dello stesso attraverso
il vomito che, invece, è una componente essenziale per
diagnosticare la bulimia nervosa, oltre al fatto che questi
episodi di ingestione e successiva espulsione di cibo
dovrebbero verificarsi almeno due volte a settimana per
almeno tre mesi per parlare di vera e propria sindrome
bulimica.
.
Nel corso della storia ne hanno parlato
diversi autori, a testimonianza del fatto che questo tipo di
condotta alimentare è sempre stata presente tra i disturbi
della specie umana. Galeno ne evidenziava la “forte
ingestione di cibo, collasso e pallore conseguenti”; il
Talmud accenna “all’alterazione dello stato di coscienza”;
Aureliano ne parla come di una “malattia cronica”. Ma per
arrivare ad una definizione compiuta di tale patologia
bisognerà aspettare il 1979, quando Russell la descriverà
come una vera e propria sindrome all’interno dei disturbi
del comportamento alimentare o Disturbi Alimentari Psicogeni
(DAP) e come “una minacciosa variante dell’ anoressia
nervosa”.
Sintomi specifici della Bulimia nervosa
1) Voracità patologica e
abbuffate
Essa è caratterizzata da una
costante voracità patologica accompagnata da eccessiva
ingestione di cibo in un tempo relativamente breve, se
paragonato al tempo che le altre persone impiegherebbero per
consumare la stessa quantità di cibo. È una compulsione
verso la “quantità” del cibo, non verso un alimento
specifico.
Si parla pertanto di vere e proprie
“abbuffate” (o binge-eating) che non consentono di
concentrarsi sul gusto o sul piacere dell’appetito ma hanno
lo scopo di fagocitare, in modo impulsivo e senza controllo,
la più grande quantità di cibo nel minore tempo possibile e,
soprattutto, in solitudine, lontano da sguardi indiscreti;
per questo l’episodio bulimico può essere più o meno
programmato.
Le abbuffate presentano delle costanti:
-una forza incontenibile percepita dalle stesse pazienti
come estranea alla volontà del soggetto
-assunzione di
una enorme quantità di cibo ipercalorico (dalle 1000 alle
10000 calorie)
-assunzione di cibo spazzatura o
junk-food:dal momento che la priorità di queste pazienti è
quella di riempirsi nel minor tempo possibile, per loro non
c’è il tempo di cucinarsi il cibo in modo tale da renderlo
commestibile, pertanto divorano anche alimenti non del tutto
scongelati, patatine, panetti interi di burro,
merendine…..mescolando indifferentemente dolce e salato.
-la paura di non essere in grado di smettere. Infatti
l’abbuffata si ferma solo quando insorgono dolori
addominali, nausea o c’è il rischio di essere scoperti
all’improvviso
Gli stimoli innescanti l’abbuffata sono
molteplici:
senso di vergogna, colpa, disgusto, bassa
autostima, fallimento percepito, frustrazione, incertezza
per il futuro, una perdita interpersonale, paura delle
responsabilità, sensazione di essere incompresi o non
amati……
L’abbuffata bulimica porta con sé sentimenti di
disgusto per se stessi, depressione, colpa e vergogna e
soprattutto una componente dissociativa di
depresonalizzazione descritta di seguito.
2) Sensazione di perdere il
controllo e dissociazione
Un’altra
componente centrale delle abbuffate è la sensazione di
perdere il controllo con cui gli individui bulimici si
ritrovano a fare i conti in modo angoscioso e doloroso.
Un altro elemento diagnostico della bulimia nervosa è la
presenza di una componente dissociativa che si manifesta
durante le abbuffate o nella fase del vomito, raramente
dopo. Le frasi ricorrenti pronunciate dalle persone che
soffrono di bulimia nervosa sono: “Mi guardavo
dall’esterno”, “ mi vedevo fare questo ma non ero io”; “non
mi sentivo nel mio corpo”; “non sentivo nulla”…. e fanno
ipotizzare che queste pazienti sperimentino stati di
depersonalizzazione e derealizzazione connessi alla
patologia.
3) Condotte di eliminazione: il vomito
Ogni episodio bulimico è poi accompagnato da condotte di
eliminazione, come ad esempio il vomito, a carattere
compensatorio, per neutralizzare gli effetti dell’abbuffata
e controllare il peso.
Il controllo del peso è una
tematica verso la quale le persone bulimiche sono
eccessivamente sensibili in quanto, la rigidità delle regole
che si autoimpongono in merito alla condotta alimentare, ha
come unico scopo proprio quello di evitare l’aumento
ponderale.
I modi per procurarsi il vomito sono
molteplici:dall’introduzione delle dita in gola, fino
all’intera mano che arriva quasi all’esofago. Alcune fanno
incetta di sostanze liquide o grandi quantità di latte e
acqua per facilitare il successivo svuotamento. Altre ancora
hanno talmente tanta esperienza nelle azioni di svuotamento
che riescono ad attuarlo grazie solo a specifici atti
respiratori o movimenti addominali.
Le pratiche di
eliminazione spesso lasciano dei segni visibili nell’aspetto
delle pazienti bulimiche e, a volte, sono gli unici indizi
che consentono di intravedere un disagio sottostante che,
altrimenti, resterebbe nascosto ad un occhio esterno, dal
momento che si tratta di soggetti che, per la maggior parte
dei casi, riescono a camuffare alla perfezione il loro
malessere, apparendo al di fuori come perfettamente
integrate. Questi segni inconfondibili sono:
-la presenza
di un piccolo callo sulla parte dorsale della mano
all’altezza del primo metacarpo dovuta alla sfregamento
cronico di questa parte contro i denti
- perdita dello
smalto dentale, specialmente a livello delle superfici
linguali dei denti incisivi che appaiono scheggiati e
danneggiati. Inoltre sono più predisposti alla formazione di
carie.
- la cospicua attività delle ghiandole salivari
porta ad un ingrossamento delle parotidi visibile ad occhio
nudo.
La pratica di espulsione del cibo spesso è
accompagnata da una piacevole sensazione di svuotamento e
liberazione catartica, come una sorta di purificazione in
grado di provocare una calma interiore agognata.
4) Ossessione per il
proprio peso
L’ossessione di tenere sotto
controllo il proprio peso pervade ogni ambito della loro
giornata. Concentrarsi sulla stabilizzazione del proprio
peso corporeo e dare un’immagine di sé socialmente ed
esteticamente inemendabile, permette loro di valutarsi
positivamente e alimentare favorevolmente la propria
autostima.
Oltre alle pratiche di eliminazione del cibo
finalizzate a controbilanciare le abbuffate, queste pazienti
controllano il proprio stato ponderale anche attraverso
digiuni estenuanti ed esercizio fisico massacrante.
5) Astensione dai pasti
regolari
Esse evitano i pasti quotidiani
imponendosi regole molto ferree in merito ma poi, questa
spietata astensione, conduce inevitabilmente a trasgressioni
che sono tanto più intense quanto più è rigido il
comportamento di evitamento dei pasti regolari. Spesso gli
individui bulimici saltano questi pasti proprio per paura di
non potersi più fermare una volta cominciato a mangiare e
ciò sarebbe imperdonabile ai loro occhi, soprattutto se
dovesse accadere in pubblico o in circostanze in cui
potrebbero essere facilmente scoperti.
Criteri diagnostici per la Bulimia nervosa
I seguenti criteri diagnostici
presenti nel DSM-IV-TR, "Manuale diagnostico e statistico
dei disturbi mentali - IV edizione", riassumono in modo più
schematico quanto detto finora:
A. Ricorrenti
abbuffate. Un’ abbuffata è caratterizzata da entrambi le
condizioni seguenti:
1) mangiare in un definito periodo
di tempo (ad es. un periodo di due ore), una quantità di
cibo significativamente maggiore di quello che la maggior
parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in
circostanze simili.
2) sensazione di perdere il controllo
durante l'episodio (ad es. sensazione di non riuscire a
smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta
mangiando).
B. Ricorrenti ed inappropriate condotte
compensatorie per prevenire l'aumento di peso, come vomito
autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o
altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
C. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano
entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre
mesi.
D. I livelli di autostima sono indebitamente
influenzati dalla forma e dal peso corporei.
E. L'alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di
episodi di Anoressia Nervosa.
Sottotipi:
Con Condotte
di Eliminazione: nell'episodio attuale di Bulimia Nervosa il
soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso
inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.
Senza Condotte di Eliminazione: nell'episodio attuale il
soggetto ha utilizzato regolarmente altri comportamenti
compensatori inappropriati, quali il digiuno o l'esercizio
fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente al vomito
autoindotto o all'uso inappropriato di lassativi, diuretici
o enteroclismi.
Epidemiologia: distribuzione e frequenza della Bulimia nella popolazione
Questa sindrome risulta essere molto complessa rispetto agli
altri disturbi della condotta alimentare infatti subisce
veloci modificazioni nel corso del tempo arricchendosi di
nuove varianti e dilagando sempre più rapidamente tra la
popolazione.
Fino a qualche decennio fa, questo disturbo
risultava essere assente tra le popolazioni orientali e
latino americane mentre ora i casi sono aumentati
vorticosamente.
Durante gli anni è stata sottovalutata
dagli stessi ricercatori, ingannati forse dal fatto che la
bulimia nervosa nasconde in sé l’arma di poter apparire
invisibile proprio perché chi ne è affetto, nella stragrande
maggioranza dei casi, sembrerebbe all’apparenza
insospettabile.
La Bulimia nervosa insorge generalmente
in adolescenza e, come nel caso dell’ anoressia nervosa,
interessa prevalentemente il sesso femminile, mentre
coinvolge il genere maschile solo per il 10 o 15 %, ma
queste stime sono in rapido aumento in tutto il mondo. Oggi
i casi di bulimia nervosa sono il triplo rispetto a quelli
di anoressia e, mentre la percentuale di casi di anoressia
rimane stabile nel tempo, ciò non accade per la bulimia che
è destinata a crescere.
Si stima che dall’1 al 3 % delle
giovani donne (stime USA n.d.t.) soffra di bulimia contro lo
0,5 / 1 % di quelle che presentano anoressia nervosa. Sembra
anche che la bulimia nervosa investa una gran parte di donne
(circa il 50%) che, in passato, soffriva di anoressia
nervosa e che, con l’aumentare dell’età, riduce la propria
capacità di controllo serrato sulle proprie condotte
alimentari pertanto risulta loro sempre più difficile
continuare ad adottare l’atteggiamento restrittivo di
evitamneto costante del cibo.
Risulta anche che circa il
40% delle universitarie abbia manifestato sintomi di
abbuffate o condotte di liberazione.
La personalità degli individui bulimici
Un tratto comune di chi soffre
di bulimia nervosa è la tendenza a cedere all’impulsività e
l’incapacità di negoziare all’interno delle relazioni, ma
tra queste pazienti esistono due grandi tipologie.
1) Coloro che riescono a mantenere una facciata di benessere,
che appaiono come donne di bell’aspetto, con una linea
invidiabile, che hanno successo nelle relazioni e nel
lavoro, ispirate ad un ideale di perfezionismo che cela
invece una grande sofferenza interna, a volte svelata da una
sintomatologia di tipo depressivo.
2) Coloro che invece
sono descritte come “multiimpulsive”, ovvero con un quadro
clinico arricchito da altri disturbi comportamentali come
instabilità dell’umore, dipendenza o abuso di sostanze o
alcool, gesti autolesionistici, disinibizione e promiscuità
sessuale. Esse appaiono con un compromesso funzionamento
sociale, mal inserite nei contesti lavorativi e affettivi.
Problemi associati alla Bulimia nervosa
Spesso
questo disturbo del comportamento alimentare viene
accompagnato da altre condotte ugualmente problematiche come
ad esempio:
1) Uno stato di labilità ed incostanza emotiva
dovute ad uno scarso controllo emotivo
2) Comportamenti
autolesivi e, in casi rari ed estremi, tentativi di suicidio
3) Furti nei negozi, spesso legati alla frenesia di
procacciarsi il cibo e comportamenti cleptomanici di vario
tipo
4) Dipendenza/abuso di alcool
5) Ridotto
controllo degli impulsi che investe svariati ambiti della
vita della persona, da quello affettivo a quello lavorativo.
Il rapporto con il corpo
Il rapporto che queste pazienti
hanno con il proprio corpo è incentrato sul disprezzo e
maltrattamento del loro organismo che le distingue dalle
pazienti anoressiche che pensano di sacrificarsi eroicamente
nel tentativo, da loro percepito, di innalzare il proprio
corpo nella bramosia di assurgere alla perfezione.
Entrambi i disturbi prevedono dei comportamenti estremi e
discutibili ma, nel caso della bulimia nervosa, l’intento di
martoriare il proprio corpo risulta essere più evidente.
Spesso le bulimiche erano in passato delle bambine obese con
genitori preoccupati per il fatto che i figli fossero più
grassottelli degli altri coetanei.
Alcune ricerche
attestano inoltre che circa l’80% degli abusi perpetrati a
danno dei bambini, sono seguiti da bulimia. In questi casi
si tratta di bambini che o sono stati maltrattati e abusati,
o non hanno ricevuto sostegno dalle proprie figure affettive
di riferimento e, come sintomo secondario, sviluppano una
sindrome bulimica.
Conseguenze organiche della Bulimia nervosa
Le condotte alimentari
perpetrate dalle pazienti bulimiche ai danni del proprio
corpo per controllare il proprio peso, ovvero le abbuffate,
il vomito e l’utilizzo di lassativi, possono causare gravi
conseguenze all’organismo, soprattutto se ripetute nel
tempo.
Le abbuffate possono causare:
-Disturbi
mestruali
-Disturbi endocrini
-Dilatazione acuta e
rischio di rottura dello stomaco
-Rigonfiamento delle
parotidi…..
Il vomito frequente può causare:
-Disidratazione
-Complicazioni renali
-Rischio di
collasso cardio-circolatorio
-Lacerazione dell’esofago
-Reflusso gastrointestinale ed esofagite
-Emorragie di
provenienza esofagea o gastrica….
L’abuso di lassativi
può causare:
-Disturbi del ritmo cardiaco
-Disidratazione
-Danni renali
-Diarrea
-Letargia
-Emorragie anali e rettali….
La psicoterapia per la Bulimia nervosa
La psicoterapia sistemico-relazionale tende a considerare i
diversi aspetti del contesto in cui la paziente è inserita,
soprattutto se si tratta di adolescenti o giovani donne in
quanto lavorare insieme a tutti componenti della famiglia
può rivelarsi di grande utilità. Questa condotta alimentare
potrebbe avere una valenza comunicativa rispetto a relazioni
interpersonali vissute dalla paziente, o da altri componenti
del sistema, come problematiche.
La psicoterapia
sistemico-relazionale, per i casi di bulimia nervosa,
diventa un percorso fortemente esperenziale finalizzato a
ricostruire i contorni del Sé dei pazienti in un lavoro
congiunto che coinvolge tutti i componenti del sistema che
si trova in terapia, terapeuti compresi. La terapia aiuta la
persona a demarcare più chiaramente i propri confini
personali attraverso un complesso processo di definizione
finalizzato al recupero di una sana autostima e
valorizzazione delle proprie risorse.
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