Disturbo da alimentazione incontrollata o Binge Eating Disorder
Il Disturbo da alimentazione incontrollata (DAI), o Binge
Eating Disorder (BED), è un disturbo della condotta
alimentare relativamente giovane, nel senso che il suo
riconoscimento è avvenuto solo intorno al 1992 ma,
nonostante tutto, destinato ad un rapido aumento tra la
popolazione.
Per molto tempo si è pensato fosse solo un
sintomo della più conosciuta bulimia nervosa ma in realtà
rappresenta una vera e propria alterazione del comportamento
alimentare. Presenta delle
specifiche caratteristiche legate alla
ricorrente presenza di abbuffate che, al contrario della
bulimia nervosa, non prevedono strategie compensatorie
(vomito, assunzione di lassativi, digiuno o massiccio
esercizio fisico) atte a ridurre l’incremento ponderale.
Questo comportamento fagocitante incontrollato era già stato
osservato nel 1959 da Stunkard in sottogruppi di pazienti
obesi che, durante delle vere e proprie crisi compulsive,
ingerivano una consistente quantità di cibo perdendo il
controllo sul proprio comportamento.
La diffusione di
questo disturbo della condotta alimentare sembra abbastanza
omogenea nella popolazione in quanto colpisce uomini e donne
in egual misura, senza distinzione di razza.
Viene
diagnosticato più facilmente in soggetti adulti tra i 30 e i
40 anni ma spesso si scopre che queste persone soffrivano di
disturbi alimentari fin dall’adolescenza.
È presente nel
30% circa dei casi di obesità che richiedono una cura per la
loro situazione, nel 2-3% di tutti i soggetti obesi e,
nell’80% di questi ultimi casi, compaiono anche disturbi
dell’umore e altri quadri psicopatologici.
Criteri diagnostici per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED) secondo il DSM IV
Allo stato attuale nel DSM IV (Manuale diagnostico e statistico
dei disturbi mentali) il Binge Eating Disorder non viene
ancora riconosciuto come entità nosografica a se stante ma
ne sono stati definiti dei criteri diagnostici specifici:
A) Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive.
Un’abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri
seguenti (entrambi necessari).
- Mangiare, in un periodo
di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore),
una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore a
quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello
stesso periodo di tempo in circostanze simili.
- Senso
di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante
l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di
mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta
mangiando).
B) Gli episodi di abbuffate compulsive sono
associati ad almeno tre dei seguenti caratteri:
-
Mangiare molto più rapidamente del normale;
- Mangiare
fino ad avere una sensazione dolorosa di “troppo pieno”;
- Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame;
- Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo sociale
per le quantità di cibo ingerite;
- Provare disgusto di
sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo.
C) Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e
disagio.
D) Le abbuffate compulsive avvengono, in media,
almeno due giorni la settimana per almeno sei mesi.
E)L’alimentazione incontrollata non risulta associata con
l’utilizzazione sistematica di comportamenti compensatori
inappropriati (uso di purganti, digiuno, eccessivo esercizio
fisico) e non si riscontra soltanto nel corso di anoressia o
di bulimia nervosa.
L’Abbuffata nel Binge Eating Disorder (BED)
L’abbuffata è quella
componente della condotta alimentare che si riscontra in
diversi disturbi alimentari come il Binge Eating Disorder
(BED), la Bulimia nervosa e in alcuni casi di Obesità.
Essa si caratterizza per il consumo di una grossa quantità
di cibo in un ridotto periodo di tempo all’interno di un
comportamento impulsivo sul quale la persona sente di non
avere controllo.
.
Differenze con la
bulimia nervosa
Mentre nei casi di bulimia,
l’abbuffata si presenta sotto forma di singole crisi nel
corso della giornata, nei casi di Binge Eating Disorder
invece si presenta 3 o 4 volte a settimana nei giorni
definiti “binge” e nella restante parte della settimana si
verifica un’alimentazione che rientra nella norma o
addirittura ridotta.
In questi giorni particolari in cui
prevalgono le abbuffate, le persone affette da BED
prediligono l’assunzione di cibi ricchi di grassi e riducono
quella di fibre e proteine.
Mentre nei pazienti bulimici
le crisi bulimiche di abbuffata avvengono in seguito al
perdurare di un regime alimentare drasticamente ipocalorico,
per i pazienti BED non è stato dimostrato il ruolo
predisponente delle restrizioni dietetiche anzi, più
riescono a dimagrire, più cercano di mantenere un
atteggiamento nutrizionale nella norma.
.
Differenze con l’obesità
Rispetto
all’obesità, benché in entrambe le patologie siano presenti
casi di abbuffate compulsive, i pazienti BED manifestano un
senso di colpa conseguente all’abbuffata alimentare e una
preoccupazione riguardante il peso corporeo che è maggiore
rispetto a quella presente nei pazienti obesi, con cui
comunque condividono uno stile di vita prevalentemente
sedentario e un aumento ponderale rapido a causa
dell’incapacità di controllare l’apporto calorico assunto.
Quando l’aumento di peso è veloce e progressivo, si è notato
che, con l’aumento visibile dell’adiposità, si riscontra un
peggioramento della condotta alimentare compulsiva. Essi
vanno incontro alle stesse complicanze organiche a cui sono
soggetti gli obesi:
-malattie cardio-vascolari
-ipertensione arteriosa
-diabete mellito
-alcune
neoplasie.
Caratteristiche del Binge Eating Disorder (BED)
Il Binge Eating Disorder (BED) sembra avere origine nel
periodo dell’adolescenza, in una situazione di normopeso,
spesso a seguito di una significativa perdita di peso dovuta
ad una dieta autogestita o scorretta.
Questi pazienti
manifestano difficoltà in svariati ambiti della loro vita:
-disagio sociale e lavorativo esteso alla maggior parte dei
rapporti interpersonali
-distorsione nella visione del
proprio corpo che alimenta senso di insicurezza e
inadeguatezza
-pressione e stress dovuti alla grande
quantità di tempo trascorso sotto regime dietetico
-in
alcuni casi abuso di alcool o droghe e storie di abusi
infantili o scarsa presenza affettiva e sostegno da parte
delle figure di accudimento
-difficoltà a gestire gli
stati d'animo o a esprimere/manifestare le proprie emozioni
(compresa la rabbia)
-senso di impotenza legato
all’incapacità di controllare il proprio comportamento
alimentare e il conseguente aumento di peso
Il 50% dei
pazienti BED soffre di depressione maggiore, disturbo di
panico e alcuni disturbi di personalità. Il sintomo
dell’abbuffata infatti andrebbe a compensare una sensazione
pervasiva di sconforto e solitudine presente nel momento
della crisi.
Un elevato sovrappeso può contribuire al
mantenimento e all’accentuazione del sintomo compulsivo, in
quanto restituisce al paziente stesso una senso di
fallimento, colpa e vergogna che autoperpetua la condotta
alimentare incontrollata.
Alcune teorie sostengono che la
capacità di alcuni cibi di gratificare la persona grazie ai
processi ormonali antidepressivi conseguenti, alimenterebbe
la sintomatologia del paziente BED che riuscirebbe, tramite
le abbuffate di alcuni cibi nello specifico, a contrastare,
seppure momentaneamente, uno stato d’animo depressivo
insopportabile.
La sindrome dei mangiatori notturni (NES)
Nel 1955 Stunkard cominciò
a studiare la sindrome dei mangiatori notturni che altro non
è che una variante del Binge Eating Disorder (BED), con la
differenza che nei casi di NES, le abbuffate avvengono di
notte.
In queste persone si verifica un'inversione del
ritmo ormonale giorno-notte (melatonina che influisce sul
sonno e leptina che influisce sull'appetito) pertanto c’è
una maggior predisposizione notturna a cedere all’impulso
dell’abbuffata, ma le caratteristiche psicologiche dei
pazienti restano le medesime dei casi di Binge Eating
Disorder.
Si sono rilevate alcune differenze nelle
abitudini alimentari tra le ore serali e mattutine infatti,
generalmente, i pazienti che soffrono di NES si svegliano la
mattina senza alcun appetito e tendono a saltare la
colazione e a volte anche il pranzo.
Più si avvicina la
sera e più torna l’interesse per il cibo che cercano di
assumere in eccesso durante la cena. Conseguentemente
provano difficoltà ad addormentarsi e necessità di mangiare
prima di addormentarsi.
Sono soggetti a risvegli notturni
accompagnati dal bisogno di mangiare per riuscire a
riaddormentarsi, con conseguenti disturbi del sonno. Questo
stile di vita mina severamente l’equilibrio psicologico
della persona che infatti è più facilmente esposta a stress
e stati depressivi.
La NES colpisce il 2% della
popolazione, il 9% dei pazienti obesi e il 27% dei pazienti
severamente obesi ed interessa principalmente persone di età
compresa fra i 30 e i 40 anni.
La psicoterapia del Binge Eating Disorder (BED)
L’intervento terapeutico nei casi di BED agisce su due
aspetti: la condotta alimentare compulsiva e il sovrappeso
pertanto, oltre ad un ausilio farmacologico, è
indispensabile scegliere di intraprendere una psicoterapia.
Dal momento che lo stile nutrizionale patologico della
persona che soffre di BED è strettamente connesso ad un
malessere psicologico di cui l’abbuffata rappresenta il
sintomo, è prioritario che il paziente possa elaborare e
risolvere le dinamiche sottostanti alla sintomatologia,
attraverso un percorso terapeutico che gli permetta di
riacquistare il potere di scelta sul proprio stile di vita,
potenziando quelle risorse della persona che lo stesso
paziente non riesce a recuperare in se stesso.
La
difficoltà a gestire i rapporti interpersonali e a stabilire
relazioni sociali adeguate e gratificanti contribuisce a
determinare stati negativi che favoriscono l'insorgenza di
comportamenti alimentari abnormi, per questo motivo una
psicoterapia sistemico-relazionale, che affronta
approfonditamente la vita relazionale dei pazienti e lo
stato d'animo interno, può rivelarsi molto utile nel
trattamento del Binge Eating Disorder.
NOTE: Il contenuto di questo articolo è protetto dal Diritto d'autore